martedì 29 aprile 2008

Ashard di Jeffer - Ep. 1

La voce delicata e soave richiama subito la sua attenzione, Ashard si volta, i capelli lunghi e selvaggi come il padrone, gli ricadono sul viso "Sono qui..." la voce ancora da bambino, un sorriso felice e il braccio alzato a richiamare sua madre, Rian. La donna cammina tra l'erba alta, il vestito lungo si trascina piegando gli steli lunghi. Ashard corre verso sua madre, con due balzi già si trova a metà strada, non ostante i due fossero separati da una ventina di metri. Fu in quel momento, rapido, improvviso. Dareb, abile Guardiano delle Terre Libere, con un balzo quasi felino prende il ragazzino e si rotola con lui nell'erba "hai visto che ti ho preso!" ride e scompiglia i capelli di Ashard "ero distratto, non è valido" fa il broncio e guarda verso il mare oltre il dirupo. Dareb si volta verso Rian, "un buon Guardiano è sempre attento... non è vero mamma?", la donna sorride e tende la mano al ragazzino aiutandolo a rialzarsi. Ashard guarda con un sorriso furbo il fratello e tira fuori la lingua, "piccolo impertinente!" Dareb si lancia all'inseguimento del fratello in mezzo all'erba alta.

Jeffer è uno dei villaggi più grandi della costa con Aroeb, Hairan, la grande capitale costiera, si trova invece cento kilometri a nord. Non ostante il dirupo a strapiombo sul mare sia un'efficace difesa per il villaggio, si vedono acora i segni della guerra, dopo sedici anni ancora il ricordo e visibile, quasi un monito per il futuro. Una lacrima scende sul viso di Rian, nella sua mente ancora lucido è il ricordo dell'immenso muro d'acqua e il suo nome ripetuto dal fedele compagno.
Le risate di Ashard la riportano alla realtà, quell'irruente peste tra poco avrà fame, e neppure Dareb potra tenerlo.

La casa dove Ashard vive con sua madre si trova sulla via principale del villaggio, attorno alla porta i fregi dei Guardiani delle terre Libere e sulla parte anteriore del tetto color arancione due guglie di circa un metro e mezzo ad indicare che in quella famiglia ci sono stati due Guardiani.
Anche il padre di Ashard era un Guardiano, il più valoroso, dicono. Ashard non è mai riuscito a conoscerlo.
"Mamma mi passi il purè" con una voce squillante il ragazzino allunga una mano, "Ashard!" lo interrompe il fratello "dobbiamo ringraziare gli Dei per i doni della terra". Il ragazzino fa roteare gli occhi e ritira la mano, "io ringrazierei la mamma... è lei che li ha coltivati" "ASHARD!!" ruggisce Daneb "...questa terra ci è stata donata, a loro dobbiamo essere grati... ora zitto".
Daneb e sua madre congiungono le mani, Ashard li guarda stizzito congiunge le mani e china il capo sussurrando "...e li ho raccolti io".
La cena è modesta ma nutriente, Rian fa il possibile per far cresce sano e forte suo figlio Ashard. La sua è una famiglia di un ceto medio, benestante, il fatto di avere dei Guardiani in famiglia da la possibilità di vivere una vita tranquilla. Ashard è ormai pronto a seguire le orme del fratello e prima di loro del padre.
"dovremo preparare le cose di Ashard per il viaggio..." accenna Rian mangiando piano, sorridendo al figlio più piccolo "io attenderei ancora un'anno, in accademia lo avrebbero fustigato per quello che ha detto prima" Daneb chiude la frase, nessuna replica. Nessuno replica nulla ad un Guardiano.

La vita a Jeffer scorre tranquilla, gli abitanti sono tutti modesti anche se benestanti, qui si costruiscono navi e si vive di pesca. Dalle alte scogliere si possono vedere in riva al mare i cantieri, ogni giorno navi di ogni dimensione arrivano per essere riparate o controllate, Jeffer è il cantiere più importante della costa. Ogni sera Ashard dopo cena, e a volte anche prima di finire, esce a giocare con i suoi amici. Barron, Lian e Tinud, sono tre ragazzi dell'età di Ashard, Barron è di razza Farnint; forte, duro un piccolo guerriero ed un futuro grande condottiero, figlio di un'ambasciatore Farnint molto importante a Paragon, carnagione scura, fisico robusto alto per la sua età cosa tipica per la sua razza, fronte molto alta e bitorzoluta capelli lunghi simbolo di forza come la barba di saggezza, anche le Bartron la barba non la porta ancora. Lian o lisca per il suo aspetto magrolino e la sua appartenenza agli How; gli uomini pesce, molto delicato portato all'arte e alla cultura, è il pacere del gruppo quando Barron e Tinud litigano, figlio di How rinnegati perchè nati senza mani e piedi palmati, il colore della pelle dende all'azzurro, uno dei colori tipici della sua razza che possono essere; azzurri, blu o verde. Tinud è un Fauno, i suoi genitori si sono trasferiti a Jeffer perchè il padre fa la guida nei territori interni per l'esercito delle Terre libere, sempre ondeggiante sulle sue zampette caprine, il corpo proporzionato un pò magrolino, sulla testa due cornini e una leggera peluria sul mento tipica della sua razza, ma che in lui fa molto ridere. Spesso i quattro si inventano avventure nell'erba alta fuori dal villaggio o nelle viuzze strette tra le case di pietra.
Come sempre i quattro si trovavano immersi nell'erba alta vicino alla strada principale che unisce Aroeb a Jeffer per portare poi a Hairan, Barron deve scortare Lisca al grande albero, Lisca fa finta di essere un nobile ricchissimo, Ashard e Tinud devono invece fare l'assalto, i due sanno bene che Barron da solo può tenere testa a entrambi, quindi i due hanno preparato una trappola che dovrebbe legare le gambe del Farnint. Barron e Lisca lenti si dirigono verso il grande albero, il sole è già rosso all'orizonte e i due devono fare presto, anche perchè a casa i loro genitori non avranno pietà dei loro fondoschiena se tardano. Sul fondo della strada verso Aroeb un nuvolone nero si avvicina, non è un temporale, i quattro continuano a giocare, Barron distratto dalla paura di Lisca di prenderle dai genitori finisce nella trappola dei due avversari. Un folto stormo di uccelli si alza in volo, il nuvolone nero è polvere sollevata da qualcuno, dal paese i passanti si voltano a guardare, cercano di capire. Lisca, spaventato dagli uccelli e dalla caduta di Barron, scappa via verso la strada urlante, Ashard e Tinud rimandono sconcertati e poi scoppiano a ridere mentre Barron nonostante la giovane età fa notare una buona conoscenza delle bestemmie. Un rombo fa zittire i quattro, Ashard e Tinud si guardano "...cos'è?" Barron guarda il cielo e vede la polvere arrivare, il rombo sempre più forte... Ashard corre verso la strada urlando il nome dell'amico Lisca: "LIAN!!!! LIAAAN!!", quando spunta sulla strada fa solo in tempo a sentire grugniti e improperi vari prima di essere travolto e sbalzato in mezzo all'erba, sente le urla di Lisca sempre più lontane, la polevere negli occhi, le lacrime scendono copiose e la luce svanisce, rimane solo silenzio.