venerdì 24 ottobre 2008

Il ritorno del Messaggero - Ep. 24

Il sole è alto il cielo, Ashard è stato informato della richiesta di Alaya. Il ragazzo è felicissimo di poterla vedere, sa che sono successe molte cose dall'ultima volta che è stato li, ora la Guardiana è a tutti gli effetti una regina, in veste provvisoria.
Ashard entra dall'ingresso secondario e cammina con passo deciso vero la vecchia sala del consiglio. Curioso si guarda attorno, il palazzo del consiglio non è cambiato, camminando con il naso all'insù si accorge all'ultimo momento di trovarsi davanti alla porta della sala, la guardia lo fa entrare senza troppi indugi.
Alaya è seduta sul trono, un leggero sorriso nel vedere Ashard appare sul suo volto, il ragazzo entra con passo deciso, arrivato a qualche metro si inginocchia "Sua maestà..." Alaya scoppia a ridere "Ashard! Alzati e chiamami Alaya, come stai?" si alza e si avvicina a lui, il ragazzo diventa rosso "Bene... bene" "Sei tutto rosso..." gli fa notare la Shapha "...sono felice di vederti, mi hanno detto che sei diventato molto forte". La donna gli carezza un braccio e si avvicina ad una vetrata e guarda Hairan all'orizonte "Eri ad Hairan ieri..." "Sono partito questa mattina dopo colazione" Ashard cerca velatamente di far capire che ci ha impiegato pochissimo a volare fino a li, la Shapha fa uno sguardo sorpreso "Stamattina? e da poco passata l'ora di pranzo, sei arrivato qui in mezza giornata?!" Ashard annuisce senza nascondere troppo l'orgoglio "Sei più forte di quello che mi ero immaginata, e da quello che mi hanno detto, hai affrontato sei ribelli da solo..." "Si, ma è stato in fin di bene io..." Alaya lo ferma mettendogli due dita sulla bocca "Non devi cercare scuse con me, hai fatto quello che si doveva fare, loro vogliono distruggere gli ideali di Paragon..." la voce di Alaya si fa seria e decisa, quasi rabbiosa "...non è giusto che tanta gente sia morta e ora loro vogliano distruggere tutto, io sono costretta a regnare su un regno che non voglio, devono pagare!" Ashard annuisce, e Alaya continua "Voglio nominarti Guardiano semplice, con i tuoi poteri puoi considerare l'accademia finita, è raro che succeda ma è possibile" "Sarò un Guardiano!?" Ashard non si trattiene dalla felicità "Si Ashard, te lo meriti, nessun cadetto può competere con te". Alaya continua a parlare con Ashard per tutto il pomeriggio, dopo molte ore Alaya torna a parlare dei ribelli. "Aroeb e Jeffer non sono dei ribelli, vorrei che fossi tu ad aprire la strada" Ashard sorride "Io? veramente? ma non ho mai comandato un'esercito..." "Non ti preoccupare, quello lo farà tuo fratello, sei contento?" continua Alaya mentre guarda Ashard sempre più eccitato "Sarebbe bellissimo, non l'ho ancora visto, sono venuto subito qui" Alaya sorride e accarezza il viso del ragazzo "Vai a prendere la tua armatura, io informerò chi di dovere, tra tre giorni riprenderete Jeffer!".
Ashard si reca subito in armeria per prendere l'armatura da Guardiano semplice, e una spada affilata con i fregi delle terre libere. Il soldato addetto alle armature inizialmente non capisce la richiesta di Ashard; "Un'armatura da Guardiano semplice per Shapha..." "Lei non è uno Shapha" ripete il soldato, al chè Ashard decide di mostrarsi, un pò alterato fa spuntare le ali dalla sua schiena. Il soldato fa un salto ed esegue l'ordine, poche ore dopo quasi tutta la città sa che il Messaggero è veramente tornato.

Il giorno per riprendersi Jeffer è arrivato, Ashard è difianco a suo fratello. Daneb guarda Ashard "Tutto bene? sei pronto?" Ashard fa un sospiro "Si..." "Andiamo a riconquistare casa nostra..." Daneb da il via all'attacco, Ashard si alza in volo seguito dagli Shapha. Lo stormo viene preso di mira e bersagliato dalle freccie, iniziano ad esserci i primi caduti. Ashard da l'ordine di attaccare il muro frontale costruito in legno, gli Shapha eseguono subito a copertura dell'esercito. Il ragazzo intanto sorvola la città individuando i punti importanti, poi effettua una picchiata verso la strada principale, i ribelli lo prendono di mira ma arrivato a terra svanisce in una nuvola di polvere per poi rispuntare qualche metro avanti in direzione del portone centrale. l'Esercito all'esterno si sta avvicinando di gran carriera, improvvisamente il portone scoppia letteralmente e Ahsard spunta dal polverone. L'attacco protetto dal Messaggero riesce, i ribelli sono costretti a piegare verso il fondo della città, qualcuno riesce a scappare verso Aroeb a qualche kilomentro di distanza. Ashard dimostra una grande padronanza dei suoi poteri e riesce a guadagnare la fiducia dei soldati che lo inneggiano alla fine della battaglia.

Ad Hairan la notizia della vittoria non è ancora arrivata, dalle grandi porte delle mura entrano ed escono viandanti e mercanti, d'improvviso in un quartiere abitato dai parenti dei Guardiani dislocati ad Hairan si scatena una battaglia, dei ribelli, non si sa come sono riusciti ad entrare. Le guardie si recano subito sul posto, ma i ribelli hanno già saccheggiato un paio di case, a terra ci sono dei corpi. Le vedette suonano i segnali di allarme, dei corni posizionati sulle torrette.
Ashard anche se distante sente qualcosa di strano e si inizia a guardare attorno, Daneb che si trova vicino a lui nota il nervosismo del fratello "Cos'hai Ashard?" "E' successo qualcosa... mi sembra di sentire un suono..." Ashard inizialmente non capisce, poi... "L'allarme di Hairan!!" i soldati si ammutoliscono e si inizia a sentire lieve il suono dei corni. Ashard si alza in volo senza che il fratello possa reagire, gli Shapha lo seguono subito ma la velocità del ragazzo è eccessiva anche per loro.
Arrivato ad Hairan in pochi minuti vede del fumo salire da un quartire della città, subito il ragazzo ci si dirige trovando i ribelli che ancora combattono. Ashard atterra abbattendo un ribelle, poi sguaina la spada e si avvia verso un'altro ribelle. Con un gesto della mano fa volare un fauno ribelle contro una parete, mentre con un fendente ne ferisce uno alla schiena. Il ragazzo continua deciso, qualche ribelle riesce anche a colpirlo ma le ferite si rimarginano subito. Nella foga della battaglia il ragazzo inciampa in uno dei corpi a terra, non si era ancora reso conto delle vittime innocenti che erano ai suoi piedi. Ashard guarda terrorizzato i corpi di persone che aveva anche conosciuto, persone che non potevano difendersi, "Mamma..." una in particolare che lui amava "Mamma..." le lacrime iniziano a scendere copiose "MAMMAAA!!!". Un grosso farnint corre armato di sciabola verso Ashard, il ragazzo alza lo sguardo verso di lui, il grosso ribelle senza esitare lo trafigge con la sciabola da parte a parte. Ashard si alza in piedi e si toglie la spada dal petto, le lacrime scendono sul suo viso, il farnint rimane immobile non credendo ai suoi occhi, Ashard fa roteare la spada e con un colpo secco taglia la testa del ribelle.
Uno squadrone comandanto dalla stessa Alaya giunge sul posto e uccide i ribelli rimasti, la Shapha nota Ashard e gli si avvicina. Il ragazzo tiene tra le braccia sua madre, non nota neppure Alaya. "Mi dispiace terribilmente Ashard..." dice la donna cercando di consolarlo "...ci hanno sorpresi, hanno atteso che tu fossi fuori, avrei voluto poter fare qualcosa..." "Dove sono?" sussurra il ragazzo "Chi? I ribelli?" Alaya domanda verso Ashard "Dove si trovano... dobbiamo farla finita!" nelle parole del ragazzo c'è solo odio, sul viso di Alaya appare un sorrisetto "Sono alla grande torre sul Vargar, la stanno assediando ma tu..." Alaya non fa in tempo a finire che Ashard è già volato via.

L'armata a Jeffer vede il ragazzo passare in cielo, campiscono chi è solo dalla velocità. Ashard giunge in pochi minuti alla grande torre, atterra come un fulmine nella fanghiglia. In quel luogo, molto vicino alle terre vulcaniche dei farnint, la luce è rara e la pioggia quasi perenne. I ribelli in assetto da assedio non attaccano subito il ragazzo, Ashard cammina verso di loro, con le lacrime e l'odio che fluiscono dal suo corpo. I ribelli continuano a guardarlo senza fare nulla, quel ragazzo da solo non può fare nulla contro di loro, nessun uomo potrebbe batterli... ma lui non è un'uomo, l'Orda non sa di trovarsi di fronte un dio. Ashard cammina in mezzo a loro, nessuno lo ferma, un ragazzo in lacrime, un ragazzo disarmato. Quando i ribelli decidono di farla finita e di banchettare con lui si rendono conto di non potersi muovere, Ashard è in mezzo a loro gli occhi chiusi e i palmi delle mani aperti, dal suo corpo viene emanata una forte luminescenza. E' ormai troppo tardi quado i ribelli si rendono conto di chi hanno difronte, la pioggia si è fermata le gocce fluttuano nell'aria, il terrore è negli occhi dei ribelli che capiscono solo ora che quella è la loro ricompensa, la ricompensa per tutto il male fatto. D'improvviso il cielo si apre e il sole illumina quella landa, una luce fortissima, calda, la luce che quegli uomini avevano abbandonato.
Ahsard riprende coscienza di se dopo un tempo indefinito, attorno a lui solo polvere che lentamente si sta inzuppando d'acqua, solo polvere è rimasta di un'immenso mare di guerrieri, questo è il potere del messaggero, ecco perchè ne esistono solo due opposti ma con gli stessi poteri, due esseri che si compensano e che non possono esistere senza l'altro "devo trovare un modo per evitare che c'è ne siano altri!", Ashard si alza in piedi dopo aver compreso tutto, ora sa chi e che cosa è: lui è il messaggero, e ha deciso la sua strada; portare luce è vita ai popoli.

Nessun commento: